ZANZARE comunicare per coinvolgere
Zanzare: comunicare per coinvolgere
(articolo tratto da Dimensione Pulito – Scritto da Michele Ruzza on 05 Ottobre 2015)
Se una bella storia può capovolgere il suo finale, affrontare con realismo e concretezza il problema zanzare apre scenari positivi.
Dalla leggenda ad alcuni casi virtuosi
A volte l’ovvio in quanto tale è dato per scontato. Per cui ci si concentra su alcuni aspetti della lotta alle zanzare “trascurando” il fatto che più della metà del territorio delle nostre città non è raggiungibile dai nostri trattamenti e che le zanzare sono delle discrete volatrici.
Il nostro autore, riportando una encomiabile iniziativa del Comune di Bologna, ci indica una strategia che varrebbe la pena di approfondire. Michele, esperto di progettazione e direzione lavori in numerose e importanti realtà nazionali, non rinuncia ad attirare la nostra attenzione sul problema “zanzare” sintetizzando un favola vietnamita che racconta come sono nate le nostre ronzanti succhiatrici di sangue, tratta da “MITI e LEGGENDE nel mondo della disinfestazione” (un simpatico libro realizzato per la volontà di un collega disinfestatore di alto profilo professionale, l’entusiasmo dei vari Autori). In effetti, ritenendomi un antesignano della Lotta Psicologicamente Guidata (LPG), quanto esposto è degno della massima attenzione e non ci resta che aspettare sia i risultati pratici ottenuti sia le proiezioni futuribili ricavate dall’elaborazione dei dati raccolti. G. Dassi
Secondo un’antica leggenda vietnamita, la nascita delle zanzare è da attribuire alla storia di un amore tradito. In un tempo lontano, due giovani innamorati si sposarono e andarono a vivere in un villaggio costruito su palafitte. Erano molto felici fino al giorno in cui la giovane sposa si ammalò gravemente e in pochi giorni morì. Lo sposo era disperato, tanto che il genio della palude nella quale sorgeva il villaggio decise di intervenire e, pur avvertendo il giovane dei rischi che si corrono opponendosi al Destino, donò di nuovo la vita alla fanciulla prendendola da una goccia di sangue estratta dal dito del marito. Magicamente la fanciulla tornò in vita e la vita riprese felicemente. Ma pochi mesi dopo, la sposa lasciò il marito per scappare con un uomo del villaggio vicino. Il genio s’indispettì e rimproverò la donna ricordandole che doveva la sua vita alla goccia di sangue donatale dal marito. La fanciulla rispose che il problema sarebbe stato facilmente risolto. Detto fatto si punse il dito e ne fece uscire la goccia di sangue, ma male gliene incolse. Era proprio la goccia che le aveva ridato la Vita. Così la ragazza morì un’altra volta trasformandosi in polvere e ogni granellino caduto nell’acqua della palude si trasformò in una piccola larva da cui nacquero le zanzare, incarnazione della sposa infelice e infedele. Ecco spiegato perché le femmine delle zanzare si accaniscono a pungerci nella vana speranza di trovare la goccia di sangue che di nuovo restituisca loro sembianza umana.
Leggendo questa storia potremmo guardare con altri occhi le piccole zanzare che ogni giorno cercano delle gocce del nostro sangue, e alcuni potrebbero quasi accettare con maggior rassegnazione di essere punti. Forse, ma nella realtà di una città quelle piccole zanzare sono un problema che ci impedisce di assaporare momenti di relax, magari mentre vorremmo goderci la brezza serale che accarezza il nostro giardino; che non ci permette di riposare perché l’insistente ronzio dell’insetto disturba il nostro sonno. Ma la cosa ha anche risvolti sanitari, sia per noi che per molti animali (filariosi del cane in primis).
Proprio per queste ragioni gli amministratori comunali, per il bene della comunità, cercano di porre rimedio a queste problematiche attivando servizi che servono a contenere lo sviluppo delle zanzare su suolo pubblico. Vero è che le risorse economiche diventano sempre più esigue e non sempre i cittadini aiutano l’amministrazione con piccoli gesti che risulterebbero molto utili. Dando un contributo attivo per il contenimento di quest’insetto che, lo ribadisco, da fastidioso negli ultimi anni è diventato un possibile vettore di malattie tropicali e sub-tropicali anche alle nostre latitudini (West Nile, Dengue,Chikungunya).
I Progetti comunali di sensibilizzazione
Si sono sviluppati quindi negli ultimi anni, da parte delle amministrazioni comunali, progetti che vedono sempre un maggiore coinvolgimento dei cittadini (e delle ditte di servizi). L’obiettivo è formare e informare i cittadini sul come può:
• Contribuire attivamente al contenimento del problema,
• Segnalare le “giuste” informazioni in modo circostanziato
• Prendere coscienza senza allarmismi dei reali rischi di questo insetto
• Informare di quanto il Comune sta facendo in suolo pubblico e di cosa deve fare il cittadino per integrarsi positivamente nei piani di lotta nella sua proprietà privata.
Le Autorità comunali data la gravità della situazione si trovano costrette ad emettere le ormai note “Ordinanze sindacali” facendo riferimento ai vigenti “Regolamenti d’Igiene”. In questi documenti sono spiegate nel dettaglio le norme per il contenimento di questi insetti e i quadri sanzionatori. Tuttavia le Amministrazioni si stanno spostando sempre di più verso un coinvolgimento diretto dei cittadini con una continua informazione e formazione.
Tra gli ultimi esempi di questa torrida estate 2015 non possiamo non menzionare quanto stanno facendo il Comune di Padova e il Comune di Bologna, per coinvolgere sempre di più i cittadini a una presa di coscienza di come, questo insetto, oltre che riprodursi nei tombini delle strade pubbliche può alloggiare anche nelle proprietà private.
Il caso di Padova
Nel Comune di Padova la Campagna Informativa si è sviluppata in diverse fasi. Dapprima l’amministrazione Comunale, mediante una newsletter, ha informato tutti i cittadini residenti che sarebbe stato a loro disposizione per quattro mezze giornate presso gli uffici dell’URP l’entomologo responsabile dei servizi per Conto del Comune. In seguito, il Responsabile Tecnico dei Servizi, ha svolto gli incontri formativi con ogni singolo cittadino che lo desiderasse fornendo informazioni, non solo sulle zanzare e sulle corrette metodologie di contenimento, ma anche su qualsiasi infestante che potesse causare un rischio per i cittadini, non dimenticando certamente di illustrare quanto faceva il Comune nelle aree di sua competenza. A riprova dell’interessamento, è stato poi donato un kit di pastiglie larvicide. Il progetto prevede, in una seconda fase, il controllo da parte dell’USL competente della corretta applicazione dei presidi larvicidi e del controllo di eventuali focolai in proprietà privata, in quei cittadini che si sono resi disponibili dopo l’incontro all’URP.
Il caso di Bologna
Nel Comune di Bologna, sulla base delle segnalazioni di maggior disagio ricevute durante la stagione 2014, si sono invece identificate due aree, ognuna di 80 numeri civici, con l’obiettivo di andare direttamente a casa delle persone per informarle delle corrette metodologie di controllo delle zanzare. Per lo sviluppo del progetto il Comune di Bologna ha dapprima sviluppato un questionario predisposto sia a valutare come il cittadino percepisca il problema zanzare e come affronti la questione, sia a veicolare le informazioni riguardanti cosa fa il Comune stesso per i cittadini. Il questionario è stato quindi postato in ognuna delle cassette postali dei residenti, corredato da una lettera da parte dell’assessore competente, nella quale è stato comunicato che nei giorni seguenti sarebbero giunti degli operatori per “fornire indicazioni e dimostrazioni pratiche su come prevenire lo sviluppo del problema zanzare”. Il criterio seguito è stato dunque quello di “informare, formare e addirittura addestrare”. Durante i controlli si sono identificate delle difformità, ma si è anche notato come molti cittadini, oltre ad aver gradito la visita, erano già molto attenti alla questione zanzare. Inoltre, grazie ad una scheda di rilevamento, sono stati identificati dei parametri valutativi che permetteranno di elaborare il grado di attenzione di ogni singolo cittadino con lo scopo di migliorare sempre di più questo metodo di rilevazione e di informazione. Si sono anche identificate le tipologie abitative, le caratteristiche dell’area cortiliva, l’eventuale numero di caditoie presenti, le tipologia e numero di focolai, la percezione del problema zanzare e le azioni messe in atto da ogni singolo cittadino. Grazie ai dati rilevati si faranno delle statistiche per valutare come e quanto l’impegno dei cittadini può aiutare l’amministrazione comunale nel contenere la zanzara tigre in area pubblica e privata. Avendo partecipato personalmente all’attuazione di questi piani, realizzando anche dei gazebo dove i cittadini potevano fare le loro domande, proposte e critiche, mi sono convinto che oltre alla lotta larvicida, adulticida (come estrema ratio), ad azioni di prevenzione, di monitoraggio e controllo, non deve essere trascurata la LPG (Lotta Psicologicamente Guidata). La parola d’ordine è: oltre e insieme.
Topi e ratti: verità e miti da sfatare…
Forse non tutti sanno che……
Nella lotta contro i topi e ratti, ogni giorno si combattono anche le leggende nate intorno a questi roditori.
Non esistono dubbi sul fatto che Topi e Ratti si prestano a generare falsi scoop. Uno dei primi a mettere in giro notizie infondate fu probabilmente Aristotele, che, asserì di avere catturato una femmina di topo incinta e, una volta sventrata, di avervi trovato dentro 120 feti. Due di questi sarebbero state femmine e a loro volta già incinte.
La lotta contro questi roditori è praticata da diversi millenni, almeno fin dal tempo degli antichi Egizi: vi sono indizi che fanno ritenere che i gatti fossero venerati in Egitto proprio per l’aiuto che offrivano nel controllo dei topi.
La Chiesa cattolica ha sempre avuto una netta avversione per i topi: nel XV secolo per questi animali è arrivato addirittura un decreto di scomunica da parte del Vescovo di Autùn……..
Quasi incredibile l’episodio, riportato da diverse fonti, del processo istituito in Francia contro i Topi nel XVI secolo, rei di aver distrutto i raccolti. Per quanto possa apparire inverosimile, il grande giurista Chassenèe, fu nominato difensore d’ufficio, e venne spiccato un mandato di comparizione per tutti i Topi della Regione. Tuttavia, l’avvocato fu molto abile e sostenne che i Topi non potevano comparire davanti alla Corte perché cani, gatti, gufi ed altri predatori erano liberamente in giro. L’impossibilità di garantire l’incolumità degli imputati, prevista per Legge, indusse la Corte ad archiviare il procedimento.
Bibliografia: Capizzi D., Disinfestazione & Igiene Ambientale del Maggio/Giugno 2000.